venerdì 18 novembre 2011

Malatesta gioca con piatti e contenitori con la precisione di un giocoliere. Riesce anche a toccarsi il naso fra uno strofinio e un tocco. Quello che sento è il suono del toccare, il toccarsi di pelle. Poi quello di un bosco di stazioni e ferri. Ho gli occhi aperti ma le orecchie sono talmente aperte che sentono come se avessi gli occhi chiusi. Intanto rido perchè non sbaglia un salto, misura anche il poggiare di un oggetto sul pavimento, e accompagna con le espressioni del volto la passeggiata che gli si genera tra le mani.

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